Il Metodo Snoezelen: storia e applicazioni pratiche

LE ORIGINI

NASCE IN OLANDA NEL 1974 DAL LAVORO DI DUE TERAPISTI OLANDESI (Jan Hulsegge e Ad Verheul) PRESSO UN CENTRO PER PERSONE CON DISABILITA’ ORMAI NOTO: L’HARTENBERG INSTITUTE. ESSI OSSERVARONO IL LAVORO DI DUE COLLEGHI CHE SI SERVIVANO DI METODI TERAPEUTICI DIVERSI DA QUELLI TRADIZIONALI.

Essi si sono quindi affidati al “[…] linguaggio dei sensi, al linguaggio vicario dei sensi: vicario cioè a quello che questi bambini o giovani adulti non esprimono, quindi vicario ai silenzi del deficit cognitivo” che permette di “[…] verificare i miglioramenti che si possono ottenere non solo in quella che noi chiamiamo plasticità neuronale, ma anche in tutti quei disturbi correlati che i bambini hanno: sono bambini che hanno dolore, che hanno spasmi, che hanno sensazione di malessere. Per cui si rilassano e quindi vengono a migliorare nella percezione, nel comportamento e nella comunicazione”.
(Fanchiotti, 2016)

LE RISPOSTE SUI PAZIENTI SI SONO RIVELATE POSITIVE: L’AMBIENTE DI LAVORO ERA ASSEMBLATO E MODELLATO DALLA PERSONA DEL CENTRO. CON LAVORO COSTANTE E INTUIZIONE EMPATICA FORMARONO UNA STRUTTURA EMBRIONALE UTILIZZANDO UNA TENDA SENSORIALE DIVISA IN TANTI SCOMPARTIMENTI SEPARATI. FU QUINDI UNA PROGETTAZIONE DI UN LUOGO AD HOC IN CUI ANCHE IL MATERIALE OPPORTUNAMENTE TESTSTATO PROVOCAVA SENSAZIONI PRIMITIVE E RISVEGLIAVA RICORDI ASSOPITI.

EMPATIA

  • SOFFRIAMO CON CHI SOFFRE
  • AVVERTIAMO DOLORE CON CHI NE E’ AFFETTO: E’ DIMOSTRATO DALLE NEURO-IMMAGINI L’ATTIVAZIONE DELLE STESSE AREE CORTICALI TRA IL PAZIENTE E L’OPERATORE

“Durante l’immersione di un paziente in una stanza multisensoriale si può ipotizzare che la coscienza selezioni stimoli che passerebbero inosservati o che per condizioni di disabilità non verrebbero colti nella loro completezza (cecità dell’attenzione)"
(Fanchiotti, 2021)”


LA STANZA SNOEZELEN AL CERRIS DI VERONA

Il SETTING della stanza del CERRIS è composto da cinque zone attrezzate:

  1. una zona di stimolazione prettamente visiva e tattile denominata “cielo stellato”;
  2. una uditiva e corporea, dove è presente una poltrona vibrante e massaggiante nella quale è inserito l’impianto di amplificazione del suono;
  3. una visiva, formata da un fascio di fibre ottiche luminose comandate da una pulsantiera che ne cambia i colori;
  4. una olfattiva, dove è posto un diffusore di essenze;
  5. una visiva, dove è posto un tubo verticale luminoso a bolle dotato di pulsantiera per il cambio dei colori.

Ad oggi gli ambienti Snoezelen sono stati inseriti nelle residenze assistenziali di tutto il mondo (in particolare in Germania che può vantare di circa 1200 stanze).

Nella città di Verona sono solamente altre due le strutture che oltre all’UOC CERRIS posseggono una stanza Snoezelen: l’Istituto Fortunata Gresner e l’Istituto Don Calabria.


COM'È NATO IL METODO A VERONA?

  • Creazione di un’associazione per lo studio e lo sviluppo del metodo Snoelezen
  • Applicazione della Musicoterapia in stanza Snoelezen
  • Creazione di borse di studio (dal 2010) per giovani musicisti impegnati negli istituti di riabilitazione
  • Creazione di una nuova borsa di studio per la miglior tesi in musicoterapia estesa non solo al Conservatorio di Verona ma anche al Triveneto («L’intenzione in musicoterapia. Collega-menti di Samuele Rossin, a.s. 2019-2020)
 

Impatto sociale – possibilità di dare ai nostri giovani un'opportunità.
In un momento storico in cui la musica è fortemente penalizzata, noi abbiamo dato la possibilità ai ragazzi di lavorare.